Facebook è diventato il secondo più grande sito di video, superando Yahoo, posizionandosi dietro Google. Nell'agosto 2010 i dati dei p...
Facebook è diventato il secondo più grande sito di video, superando Yahoo, posizionandosi dietro Google.
Nell'agosto 2010 i dati dei portali dei video online (di comScore) indicano 58,6 milioni di spettatori unici per Facebook, per un totale di 243 milioni di visualizzazioni. Google, proprietaria di YouTube.com, si colloca al numero uno con 146.300 mila visitatori unici e 1,9 miliardi di visualizzazioni. Yahoo! è relegata al terzo posto con 53,9 milioni di spettatori, seguita da VEVO con 45,4 milioni.
Tuttavia, Facebook ha perso contro Yahoo! in termini di tempo trascorso dalla la gente a guardare video, una media di 20,5 minuti per spettatore per il mese rispetto a 31,6 minuti "per view" per Yahoo!.
Commercialmente la storia è diversa. Hulu, che non è nemmeno tra le prime 10 in termini di visitatori unici, è stato numero uno per la pubblicità video. Il sito ha servito 789.859 annunci video, una frequenza di 30,2 per spettatore. Google si è classificato quinto e Facebook e Yahoo non ha nemmeno preso posto in classifica.
E' stato previsto all'inizio di questo mese che Facebook potrebbe presto superare Yahoo come sito di riferimento del video e che sta guadagnando terreno su Google. Sia Facebook che Twitter si stanno avvicinando ai motori di ricerca per i referral video. Questi risultati non sono sorprendenti. Facebook è in crescita, il mercato dei video online sta crescendo e la gente è sempre più interessata alla condivisione di contenuti all'interno delle proprie reti sociali.
Il problema è se Facebook può fare soldi con i video.
Facebook può essere in grado di monetizzare i video ma si trova ad affrontare non pochi ostacoli. In primo luogo la maggior parte del contenuto è integrata, ma non è ospitato sul proprio sito, in modo che qualsiasi pubblicità è di un terzo come YouTube. Facebook potrebbe convincere la gente a caricare video sul sito, come fanno con le foto, questo però si tradurrebbe in enormi richieste sulla capacità del server per cui sarebbe conveniente assicurarsi che il tutto sia fattibile tecnicamente.
Nell'agosto 2010 i dati dei portali dei video online (di comScore) indicano 58,6 milioni di spettatori unici per Facebook, per un totale di 243 milioni di visualizzazioni. Google, proprietaria di YouTube.com, si colloca al numero uno con 146.300 mila visitatori unici e 1,9 miliardi di visualizzazioni. Yahoo! è relegata al terzo posto con 53,9 milioni di spettatori, seguita da VEVO con 45,4 milioni.
Tuttavia, Facebook ha perso contro Yahoo! in termini di tempo trascorso dalla la gente a guardare video, una media di 20,5 minuti per spettatore per il mese rispetto a 31,6 minuti "per view" per Yahoo!.
Commercialmente la storia è diversa. Hulu, che non è nemmeno tra le prime 10 in termini di visitatori unici, è stato numero uno per la pubblicità video. Il sito ha servito 789.859 annunci video, una frequenza di 30,2 per spettatore. Google si è classificato quinto e Facebook e Yahoo non ha nemmeno preso posto in classifica.
E' stato previsto all'inizio di questo mese che Facebook potrebbe presto superare Yahoo come sito di riferimento del video e che sta guadagnando terreno su Google. Sia Facebook che Twitter si stanno avvicinando ai motori di ricerca per i referral video. Questi risultati non sono sorprendenti. Facebook è in crescita, il mercato dei video online sta crescendo e la gente è sempre più interessata alla condivisione di contenuti all'interno delle proprie reti sociali.
Il problema è se Facebook può fare soldi con i video.
Facebook può essere in grado di monetizzare i video ma si trova ad affrontare non pochi ostacoli. In primo luogo la maggior parte del contenuto è integrata, ma non è ospitato sul proprio sito, in modo che qualsiasi pubblicità è di un terzo come YouTube. Facebook potrebbe convincere la gente a caricare video sul sito, come fanno con le foto, questo però si tradurrebbe in enormi richieste sulla capacità del server per cui sarebbe conveniente assicurarsi che il tutto sia fattibile tecnicamente.